Fondamenta solide, fondamenta liquide
Non lasciare che un’amicizia tradita ti convinca che nessuna amicizia vale la pena di essere coltivata. Non permettere a una delusione d’amore di persuaderti che l’amore non esiste. Così come un infarto non può convincere nessuno che il cuore sia inutile, le cose della mente e dei sentimenti esistono e resistono anche quando là fuori qualcosa le rompe.
La vita è un delicato equilibrio che ti porta da un lato ad adattarti a ciò che l’ambiente circostante ti impone, più o meno violentemente (educazione, cultura, lingua, condizioni economiche, sociali, politiche, imprevisti, et cetera), dall’altro a nutrire idee, convinzioni e valori a prescindere dai contesti che ti circondano.
Perdere una persona cara significa affrontare un dolore immane, la costrizione ad adattarsi ad un nuovo stato di cose molto complicato, ma non mi esenta dalla volontà di trovare altre persone di valore lì fuori nella vita; perdere un lavoro che amavo mi mette in condizione di dovermi adeguare ad una nuova situazione, ma non deve per forza corrispondere alla morte della passione e della ricerca di un sogno; se penso di essere un uomo di valore, non sarà un semplice fallimento sul mio cammino a mutare questa idea di me stesso.
E così via, la serenità sta nel trovare l’equilibrio tra ciò a cui accetto di adattare la mia visione e i presupposti da cui quella visione parte. Da un lato l’esteriorità, che mi getta addosso il suo carico di condizionamenti, dall’altro l’interiorità, che si slancia verso il mondo per non arrendersi alle imposizioni esterne.
Troppo spesso ci troviamo a vivere una realtà deludente a cui non corrisponde questo equilibrio: ci accorgiamo che i nostri presupposti erano troppo fragili e incerti e la situazione esterna li demolisce tristemente. Ci sono individui innamorati del proprio partner che credono nell’amore, ma appena vengono delusi smettono di credere nell’amore e diventano cinici e aridi; altri, pieni di progetti, sogni e slanci vitali, ma appena un fallimento incontra il loro cammino si disilludono e la piantano di punto in bianco con i sogni, e anzi lavorano per demolire quelli altrui.
In quel caso, non c’era stato un buon lavoro di approfondimento dei propri presupposti, non ci si era chiesti “ma perché e come sono arrivato a pensarla così?”, oppure “la mia identità quanto è ben connessa alle convinzioni che porto dentro?”
Queste mancate domande rendono fragili i presupposti, che magari sono stati adottati non per comprensione ma per convenienza, pigrizia o fraintendimento molti anni prima, quando le cose andavano a gonfie vele e la tempesta sembrava lontana.
Se vuoi trovare quell’equilibrio, chiediti perciò oggi, in tempo di pace: “Come la penso davvero sul mondo? E perché la penso così?” Quando la realtà metterà alla prova le tue fondamenta, scoprirai di averne di più solide di quanto pensassi.
Una risposta
Proprio non so che dire