Che ne fai della trasformazione?
“Qualunque tentativo di fermare il tempo, di impedire alle ere di susseguirsi, alle epoche di morire e rinascere, al mondo di mutare radicalmente, è destinato a essere spazzato via; l’incapacità di accettare il cambiamento è la prima causa delle sconfitte che ci colpiscono durante la vita e, per quanto sia crudele, dobbiamo tentare di accettare la trasformazione che ci circonda, adattandoci a essa e cercando in noi, durante questo lungo travaglio, le forze per compiere sempre le scelte più giuste.”
Un anno fa circa scrivevo queste parole. Si tratta di un paragrafo del mio “La parola a don Chisciotte“, Feltrinelli 2023, e mi sono ritrovato a chiedermi: cos’ho fatto con i cambiamenti della mia vita durante questo travagliato anno? Sicuramente molti cambiamenti li ho accettati, sia nella mia interiorità che nel mondo che mi circonda; altri, mea culpa, ho cercato in ogni modo di frenarli, e infatti mi hanno danneggiato molto più di quanto avrebbe fatto una serena accettazione della mia impotenza di fronte al destino.
Mi pare che l’espressione “aver cura di sé” abbia molto a che vedere con l’accettazione e la gratitudine: accettare che le cose cambieranno ed essere grato di poter non solo assistere, ma diventare parte integrante di questi cambiamenti, che in fin dei conti sono sinonimi di “vivere”, è la strada per non essere più nemico di me stesso.
Auguro a tutti i lettori di questa newsletter di lavorare per poter accettare, a volte con fastidio e attrito ma pur sempre accompagnati da un sentimento di gratitudine, il cambiamento che travolge l’esistenza, di cui cerchiamo di essere protagonisti e attori, non solo spettatori e vittime.
Grazie per questo incredibile anno di CogitoLetter (che continuerà, ve lo ricordo, anche durante le festività): sono grato di aver vissuto i cambiamenti, accompagnato dai vostri occhi avidi di idee, conoscenza e filosofia. Vi abbraccio e vi auguro buone festività!