Cogitata con Paperon De Paperoni

Di Alberto Mura

Tengo in mano un quotidiano e ne indico la pagina centrale.

Alberto – Qui dice: Paperon De Paperoni, il papero più ricco del mondo, ex cercatore d’oro del Klondike, imprenditore industriale e finanziario, dieci volte cittadino d’anno a Paperopoli, cacciatore di streghe e di tesori, astronauta, aviatore, geologo, proprietario di due squadre di calcio e protagonista in una sitcom record d’ascolti.

Paperone –  Cittadino dell’anno erano nove volte.

Squilla uno dei sei telefoni posti in fila sulla scrivania che ci separa.
Paperone risponde, ascolta qualche secondo, urla uno “sberequack” e sbatte la cornetta sul ricevitore.

Squilla il telefono numero due. Squilla anche il numero cinque.

Paperone si alza si scatto e stacca uno spinotto grande come un pugno dalla parete dietro di lui. I telefoni cessano di suonare e le due grandi plafoniere a led sul soffitto si spengono.

La stanza cala nella penombra mentre l’unica luce che rimane è quella della finestrella quadrata che si affaccia sulla collina del Deposito.

P – Dove eravamo rimasti?

A – Le stavo leggendo l’attacco dell’articolo, che dopo una lunga lista rimanda a Paperpedia per l’elenco completo dei suoi risultati professionali.
P – Paperpedia è di Rockerduck. Quel miserevole me l’ha soffiata.

A – Infatti su Paperpedia c’è scritto che molte voci sono state omesse e che solo Paperone in persona possiede la lista completa di premi, traguardi e possedimenti.

P – Non c’è virologo, nel caso te lo stessi chiedendo. E neanche perdigiorno!

(Si volta verso la porta socchiusa dell’ufficio e alza la voce). Miss Paperett! Quanto tempo manca al prossimo appuntamento?

Miss Paperett balbetta che non lo sa, visto che la corrente è andata via.

A – Ma non abbiamo neanche cominciato la cogitata…

P – Volevo solo farti un esempio di cosa fosse una domanda.

A – Mi hanno detto che qui sotto c’è una botola pronta ad espellere gli ospiti indesiderati. Non la userà, vero?

P – Ecco, questa è una domanda. Retorica, ma stiamo facendo passi avanti.

A – Arrivo al punto. Ha una vita talmente piena di successi che non esiste un elenco che li contenga tutti. Per quale motivo, alla sua età, lavora ancora?

P – Mi stai dando del vecchio?

A – In realtà glielo sta dando questo articolo (scuoto nuovamente il quotidiano). O meglio, questa lettera aperta firmata dai suoi parenti più prossimi e pubblicata dal Papersera.

P – Non ne so niente.

A – Perché è il numero di domani. E se vuole che venga pubblicata anche una sua risposta sarebbe meglio non schiacciasse il pulsante che sta accarezzando da quando sono entrato.

P – E va bene! Fammi leggere cosa dicono di me quegli scansafatiche. (Mi strappa il giornale di mano).

Paperon de Paperoni ha un rapporto complicato con i propri familiari. Nonna Papera, sua zia, vive fuori città e guarda con severità al mondo che ha permesso a Paperone di arricchirsi. Azioni, industrie, capitali sono molto lontani dalla dimensione agreste in cui lei è cresciuta. Inoltre, la cura della fattoria e di Ciccio, nipote dal QI a due cifre, la assorbono completamente.

I nipoti Gastone e Paperoga sono molto diffidenti nei confronti di Paperone dopo essere stati trascinati nelle più pazze (e pericolose) avventure. Gastone si è sentito dare del fannullone viziato quasi ad ogni incontro e Paperoga è finito in ospedale più di una volta.

Paperino è il bersaglio principale: ultra indebitato con il ricchissimo zio, egli deve rispondere ad ogni chiamata, e ne deve subire i capricci senza batter ciglio.

È raro che la fidanzata Paperina non veda interrotta una serata con Paperino a causa di una qualche richiesta in arrivo dal deposito. Infine, Qui, Quo, e Qua si trovano a subire il cattivo umore dello zio ogni volta che questi viene maltrattato o costretto a lucidare le monete del deposito per giorni.
Eppure tutti gli vogliono bene e si preoccupano per Paperone. O sono pazienti perché sperano di venire premiati con una fetta maggiore di eredità.

Che sia per affetto o per convenienza, dopo aver cercato di affrontare l’argomento mille volte, si sono decisi a scrivere sul giornale di Paperopoli per chiedere al vecchio parente di andare finalmente in pensione. Un modo utile anche per evitare lo schioppo caricato a sale.

P – Vipere! Maledetti! Se fossero qui li prenderei a schioppettate salate. Me tapino! Me miserabile! Tradito dal sangue del mio sangue. Il mio povero cuore ha subito troppo…

A – Devo scrivere tutto questo?

P – Anche la stampa si prende gioco di me!

A – Su, coraggio. Mi spieghi come mai lavora ancora. Non preferisce godersi un po’ di riposo dopo tanti anni di impegno e di fatica?

P – Si guardi attorno (indica l’ufficio tutto attorno a sé). In quella teca c’è una copia del contratto che mi ha permesso di dominare il mercato dei forni a microonde. Lì dietro ci sono tutti i trofei che ho vinto con la Paperjuve. E quella ovviamente è la Numero Uno. Tu pensi che sia possibile raggiungere questi risultati senza amare profondamente gli affari?

A – Li ama così tanto da non poterli affidare, anche solo in parte, a qualcun altro?

P – Nessuno li ama tanto quanto me. Soprattutto i miei nipoti. Non fanno che lamentarsi tutto il tempo. Settantadue ore consecutive in videochiamata… cosa vuoi che siano? Studiare i dialetti del sud–ovest del Trippistan per aggiudicarsi un contratto minerario… l’ho dovuto fare io, che il nipotastro si è arreso al nono modo per dire “montagna”.

A – Nono… di quanti?

P – Ventisei. Ma il tredicesimo e il quindicesimo erano simili.

A – Ne è valsa la pena?

P – Fino all’ultimo minuto speso. Grazie a quei minerali siamo stati gli unici a non dover rallentare la produzione nonostante la crisi degli ultimi anni.

A – Potrebbe farsi aiutare da qualcuno…

P – Ma mi senti quando parlo? I nipoti sono degli inetti!

A – Se insegnasse loro le sue tecniche, i suoi segreti…

P – Non si può insegnare ad amare.

Paperone è un vecchio avido e arrogante. Tratta malissimo le persone attorno a sé forte del proprio strapotere economico. È vittimista quando perde, è un esaltato quando vince. Vuole avere sempre ragione e fa una fatica marcia ad ammettere i propri errori. Ma ha anche dei difetti. La verità è che gli perdoniamo tutto – e, alla fine, gli perdonano tutto anche i suoi familiari. Lo facciamo in quanto i suoi comportamenti non sono calcolo di un narcisista manipolatore, ma espressione di un’interiorità turbolenta e ingovernabile. Quando piange, urla, richiede attenzioni, architetta vendette formidabili Paperone è lo specchio dell’adolescente che abbiamo dentro, bruciato dalle proprie passioni. Per quello ci piace tanto. Perché lui lo fa per amore. The things I do for love.

La tempesta perfetta accade quando un personaggio come Paperone inciampa in Paperino: pigro, imbranato, permaloso e altrettanto umorale. Tra i due non c’è un momento di tregua.

A – Perché quando ho accennato alla possibilità di delegare parte del suo lavoro ha pensato subito ai suoi nipoti?

P – Le redini degli affari devono restare in famiglia.

A – Per quale motivo?

P – È così e basta.

A – Forse si fida di più dei suoi cari che di chiunque altro?

P – Sciocchezze!

A – Oppure vuole lasciare loro qualcosa di più che una montagna di soldi?

P – Vale a dire?

A – La sua esperienza, le sue conoscenze.

P – Non le meritano. E non sono in grado di utilizzarle per il meglio.

A – Però lei li coinvolge in molti dei suoi progetti.

P – Non ricordo una volta in cui non me ne sono pentito.

A – Eppure è successo spesso che l’abbiano salvata quando era in pericolo. Gli attentati durante le riprese del Papero del Mistero, ad esempio.

P – L’hanno fatto solo perché vogliono una fetta più grossa della torta.

A – Non pensa che le vogliano bene?

P – Vogliono bene ai miei soldi.

A – Ma se lei, senza offesa, non scuce un dollaro neanche implorato in ginocchio.

P – Li butterebbero in qualche spesa strampalata.

A – Però è sempre pronto a scroccare.

P – Dovrebbero privare il vecchio zio di un bis di frittelle?

A – Dico solo che potrebbe dare loro un po’ di fiducia.

Paperone incarna un profondissimo conflitto generazionale. Forse per questo le storie dei paperi risuonano così tanto nei giovani nati tra gli anni 80 e i 90, che leggendo le avventure di Paperone e Paperino rivedono le dinamiche tra sé stessi e i propri genitori. Padri a tratti troppo esigenti, poco empatici, con mille pretese e poche parole gentili. Madri secondo cui le cose vanno fatte come dicono loro, senza deviazioni, incertezze o inciampi.

“Allora io non faccio niente” risponde il Paperino che è in noi.

Al tempo stesso le reazioni di Paperone permettono di capire varie sfumature di delusione dei più anziani verso i più giovani: l’assenza di gratitudine; la tendenza a dare per scontate cose che per loro non sono mai state garantite; lo spreco di tempo e di risorse dovute ad un’indecisione che loro non era sempre permessa.

Così a volte genitori e figli passano anni a farsi la guerra.

È complicato in questi casi tornare a darsi fiducia dopo anni di conflitti, specie quando una delle due parti, o entrambe, non vedono l’ora di dire all’altra “te l’avevo detto”. A volte si sospetta solo che questo succederà, perché dopo anni a venire giudicati con asprezza si finisce per interiorizzare le più severe valutazioni.

Schiacciati dal giudizio ereditato può succedere di non sentirsela di dare all’altro l’opportunità per riconciliarsi.

P – È troppo tardi oramai, mi odiano tutti.

A – Non è mai troppo tardi in famiglia. Forse è l’unico posto in cui ci sarà sempre qualcuno pronto a darti una seconda chance.

P – Penseranno che sia un trucco per farli lavorare gratis.

A – Credo che Paperino sarebbe felice di smettere di lucidare monete, anche solo per un giorno.

P – Deve farlo. Se mantiene questo ritmo ci metterà millequattrocentosei anni per ripagare i propri debiti!

A – Ti ripagherebbe molto prima se lo mettessi a fare qualcosa di più remunerativo.

P – Mh. Paperino è un genio a poltrire. Potrebbe essere utile del progetto di rilancio delle mie agenzie turistiche e i miei alberghi di lusso.

A – Ottimo! E Paperoga farebbe di tutto pur di avere qualche soldo per sistemare casa sua.

P – Paperoga potrebbe essere un ottimo acquisto per le mie PR.

A – Quo, Quo e Qua diventerebbero dei grandi professionisti se frequentassero le migliori scuole.

P – E smettessero di vivere sotto lo stesso tetto del nipotrastro!

A – Paperone!
P – Scusa, scusa è più forte di me… Qui, Quo e Qua sono dei bravi ragazzi.

A – Pensa quindi di poter fare un passo verso di loro?

P – Mi hai convinto! Prendi carta e penna che prepariamo la risposta da pubblicare sul Papersera di domani.

A – Perché non glielo dice di persona?

P – Una videochiamata di famiglia? Breve però che ho la versione free di Paperzoom.

A – Non serve, sono tutti insieme a casa di Paperino.

P – Casa mia vorrai dire!

(Allargo le braccia esasperato).

P – Ok, ok. Ma perché sono da Paperino?

A – Non sa che giorno è oggi?

P– Certo! (Si china sul calendario da scrivania) Il 21 di dicembre e quindi?

A – Quel calendario è di tre anni fa. Oggi è la vigilia di Natale.

6 risposte

  1. Davvero interessante questo sfacciettatura che é riesumata dalla personalità di Paperone, un nuovo punto di vista, che , con le letture fanciullesche che inquadravano tale situazione, non avevo Mai prestato attenzione alla riflessione profonda di come tale caratteristica sia equiparabile alle situazioni familiari fra padre e figlio.

    1. Ciao Giovanni, felice di averti offerto una nuova prospettiva. I topolini sono una miniera di archetipi, al punto che mi ricordo che gli speciali ambientati in altre epoche funzionavano tanto quanto le storie contemporanee. Sarebbe bello lavorare su una cogitata con Paperino, o con la Banda Bassotti. Perfino Cip e Ciop hanno dimostrato mille sfaccettature nel film animato del 2022 – che consiglio di recuperare assolutamente.

      1. Salve Alberto, grazie per avermi aperto ad una nuova visione dei fumetti di Topolino, che dovrei recuperare attraverso una mentalità critica. Essendo indirizzati ad una fascia “infantile” , hai realmente tirato fuori dei ragionamenti “puri”, dimostrando che , anche con letture che possiamo reputare “infantili”, si puó far attivare il ragionamento. Sinceramente, potresti anche attuare una cogitata sulla figura di “Gastone”, ma anche la Banda Bassoti non é male, facendo anche un parallelismo con la nostra società attuale.

    2. Mi fa piacere di averti dato degli spunti Giovanni! Secondo me le storie dei paperi sono colme di archetipi azzeccatissimi, che è anche il motivo per cui gli speciali ambientati in altre epoche funzionano così tanto bene. Sarebbe bello provare a cogitare anche con Paperino, o la Banda Bassotti. Perfino Cip e Ciop nel nuovo film animato del 2022 sono pieni di sfumature – se non l’hai visto te lo consiglio!

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