Nessuno ti farà sentire importante se non sei tu, in prima persona, a ritenerti importante. Spesso pensiamo che le insicurezze provengano dal di fuori delle nostre vite, del nostro sguardo, ma non è affatto così: gli altri ci offrono un’immagine di noi stessi che ricalca quella che nutriamo nei nostri confronti.
Se non ho stima o cura di me stesso, gli altri mi ricorderanno di continuo quella mancanza di stima e cura e mi sembreranno sempre sgarbati, irrispettosi, senza riguardo. Ma questo accade perché sono io in prima istanza ad essere sgarbato e irrispettoso verso di me. Se la prima cosa che sento è incertezza nei confronti dei miei talenti e delle mie capacità, ecco che gli altri si mostreranno incerti nei miei confronti. Lo stesso vale con la paura e con la diffidenza, con l’inquietudine e l’antipatia.
Per questo dobbiamo sempre renderci conto che l’esterno rispecchia ciò che proviene dall’interno, non il contrario, e che, se vogliamo essere trattati rispettosamente dal nostro vicino, non possiamo pretendere che accada senza mostrare rispetto nei confronti di noi stessi. Devo volermi bene, devo aver cura di me, devo valorizzare le mie peculiarità se voglio che gli altri si prendano cura di me e si rendano conto di quanto valgo.
Tutto ciò appare molto chiaramente nelle relazioni con l’altro sesso: se non ho confidenza in me, se non so riconoscere i miei punti di forza, mi mostrerò sempre con maschere che tradiranno la mia diffidenza e le mie debolezze, riflettendo tutto ciò nello sguardo dell’altro/altra. E qui non si tratta di mostrarsi forti e sicuri, quanto piuttosto di trattare con serenità le proprie caratteristiche, quelle che mi rendono quel che sono e che devo chiedere all’altro di accettare con la medesima serenità.
Il più grande problema in tutto questo è il seguente: aspettiamo che gli altri ci diano il motivo per aver cura di noi stessi. Ma questa è un’attesa infinita perché finché non sarò io ad aver cura di me stesso, a mostrare stima e serenità nel confrontarmi con quel che sono, finché non sarò io ad accettare i miei limiti e i miei talenti, come potrò mai chiedere agli altri di farlo?
Troppe persone finiscono per abituarsi alla disistima di sé, alla mancanza di cura nei confronti della propria persona e interiorità solo perché hanno aspettato che fossero gli altri a dimostrare affetto. Il problema è che quella è un’attesa che rischia di essere infinita e, in quell’attesa, ci riduciamo a dimenticare quanto sia importante amarsi e accettare quel che si è.
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