cosa ti rende quello che sei chieditelo le cause prime o almeno le seconde rick dufer daily cogito newsletter 12 novembre spinoza

Cosa ti rende quello che sei? CHIEDITELO!

Le Cause Prime… o almeno le seconde?

Spinoza diceva che per capire davvero chi siamo bisogna risalire alla Causa Prima, ovvero Dio. Usando la ragione, l’uomo può comprendere, attraverso uno sguardo sub specie aeternitatis, se stesso, l’universo e tutto ciò che contiene.

Di fronte a tale affermazione potremmo sorridere, oggigiorno, sapendo quanto sia più complesso il cosmo, in realtà così alieno rispetto alla nostra mente. Sappiamo che non basta la sola ragione a comprendere tutto e che una buona parte del cosmo, proprio come del nostro animo, è governato da forze che non seguono affatto la ragione spinoziana.

Ciò significa che il ragionamento del filosofo olandese sia tutto da buttare? Significa che dobbiamo cestinare secoli di razionalismo? Direi di no.

Infatti, se non possiamo arrivare alle cause prime, potremmo tentare almeno di arrivare alle… cause seconde. O terze, che ne dite? Quel che voglio dire è che l’evidenza secondo cui l’universo non è governato da leggi che seguono la nostra razionalità non vuol dire che dobbiamo gettare a mare l’intera razionalità e darci al culto dell’assurdo.

Il nostro cervello può ancora scandagliare alcune delle cause che ci portano ad essere quel che siamo e ciò ha un impatto molto positivo sulla nostra vita. Usare il cervello significa stare all’erta e chiedersi sempre: “Cosa mi ha spinto a pensarla in questo modo? Quali sono le cause che mi hanno portato ad essere quel che sono? Posso approfondire le motivazioni che mi hanno spinto ad avere questa passione, a sviluppare questa competenza, ad aderire a tale visione del mondo?”

La risposta è ovviamente sì: io posso scandagliare, pur sapendo quanto imperfetta sia la ricerca delle cause, quanto sia sempre rivedibile, criticabile, incompleta. Spinoza aveva un pensiero titanico, probabilmente non applicabile alla lettera e, direi, persino sbagliato nella grande visione delle cose. Ma ciò non significa che noi non possiamo usarlo a nostro profitto.

Spinoza ci ricorda che, pur nella nostra imperfetta capacità di comprensione del mondo e di noi stessi, l’unico modo per raggiungere un equilibrio esistenziale e non essere sempre preda del caos della vita è quello di sforzarci di chiedere sempre a noi stessi: “Perché sono quello che sono?” che poi è un modo diverso di nutrire il motto che da sempre dà vita alla filosofia: “Conosci te stesso.”

Arrendendoci all’incompletezza di questa ricerca, proviamo a scommettere sul cervello, cercando sempre di scavare dentro di noi al fine di individuare le cause seconde, terze, quarte di quello che siamo. Non ce ne pentiremo.

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