Com’è andato il primo Cogito Festival?

“Quando siete felici fateci caso”

E io, durante la due giorni del Cogito Festival, alla mia incontenibile, inesausta ed elettrizzata felicità, ci ho fatto caso, eccome. Le parole non possono descrivere la bellezza e l’emozione esplose durante le tante conferenze, gli incontri con pubblico e autori, i momenti condivisi con persone entusiaste e appassionate, quindi cercherò di far parlare i numeri:

  • circa 600 persone si sono avvicendate in platea durante le 10 conferenze presso la Faber Box di Schio;
  • gli spettatori che venivano da più lontano arrivavano dal comune di Andon (Francia), 625km da Schio (altri arrivavano da Roma, dalla Puglia, dalla Liguria, Piemonte, Campania e molti altri luoghi); moltissime di queste persone si sono fermate per l’intero weekend e hanno pernottato in strutture del comune, occupando camere d’albergo e B&B, visitando la città e scoprendo la bellezza di Schio;
  • 20 ospiti hanno riempito di idee e argomenti 13 ore di conferenze, spettacoli e dibattiti, trattando ogni campo del sapere: dal professore di politologia Vittorio Emanuele Parsi al comico Renato Minutolo, dalla filosofa Lucrezia Ercoli al divulgatore scientifico Andrea Biasci, dalla neo-deputata Giulia Pastorella allo scrittore Nicolò Targhetta. E anch’essi hanno scoperto la vivacità di Schio;
  • 17.000 visualizzazioni sono state collezionate nella trasmissione live del festival sul canale YouTube (e molte altre si aggiungeranno nelle registrazioni in differita).
La folla del Cogito Festival

Sfido io che ero felice: pur avendo frequentato, sia da ospite che da organizzatore, molti festival consolidati in Italia, raramente (se non mai) mi è capitato di essere testimone di una prima edizione di così enorme risalto, che pur ha dovuto sopportare la totale mancanza di attenzione dei mezzi di informazione del territorio (soltanto il “Giornale di Vicenza” si è svegliato tardi, il giorno dopo il festival, con un articolo che tentava di recuperare il terreno perso; ma ciò non toglie che anch’esso ha mancato in pieno la sua principale funzione, ovvero quella di avvisare la popolazione di un evento con ospiti di tale caratura). E per anticipare un’obiezione: NO, non siamo stati noi a comunicare male il Festival – se arriva gente da ogni dove d’Italia e del Festival si parla molto in giro, ma dal vicentino non c’è molto richiamo, significa che il problema è dei mezzi del territorio, mentre i nostri (che sono inevitabilmente nazionali) funzionano molto bene.

Il Cogito Festival dimostra come una realtà giovane che lavora bene sul web, proprio come quella dei Cogito Studios, possa diventare un asset territoriale importante, sia culturalmente che economicamente, e probabilmente è giunto il momento che qualcuno inizi a credere nella concretezza delle buone iniziative, per quanto “GGGIOVANI” e sviluppate attraverso la rete.

Con Oscar Giannino e Vittorio Emanuele Parsi, ospiti del Festival

Ma “giovane” non significa sprovveduto e “rete” non significa virtuale: la concretezza nel portare centinaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia nella piccola Schio è un fatto conclamato; l’importanza di avere ospiti di livello nazionale in una realtà il cui provincialismo non sa spesso guardare oltre il proprio ombelico è un altro fatto. Se solo le associazioni del territorio, e con esse le realtà economiche e culturali, avessero il coraggio di svecchiarsi e mettere da parte quel piccolo orgoglio che non porta da nessuna parte, forse potrebbero cogliere l’occasione di costruire una relazione con chi sa fare bene queste cose. E i Cogito Studios sono sempre aperti a chi sa fare i conti con i fatti e tralascia le ulcere causate dalle fantasie.
Da anni organizziamo in totale indipendenza incontri pubblici con autori e personaggi di altissimo livello vedendo sempre una scarsa affluenza da parte della cittadinanza scledense (tenete conto che ad ogni incontro la percentuale di persone provenienti da Schio città si aggira intorno al 10% dei partecipanti, tutti gli altri vengono da fuori e spesso da molto lontano) e lottiamo contro il pregiudizio di associazioni che boicottano i nostri incontri (sappiamo per certo che alcune di loro mandano comunicazione ai propri associati con la richiesta di non partecipare ai nostri eventi), arrivando addirittura a chiedere all’amministrazione di FAR ANNULLARE I NOSTRI EVENTI per via di fantasie assolutamente comiche e incredibili. Altre associazioni del territorio, più legate al lato filosofico, da anni detestano e denigrano il mio progetto, ignorando i miei tentativi di avvicinamento (probabilmente, nella loro mentalità novecentesca, è inconcepibile che un filosofo possa usare un mezzo meschino come YouTube, pur nel 2022) e coltivando il proprio giardinetto senza curarsi della grande prateria oltre i recinti. Allo stesso Cogito Festival, la presenza di cittadini di Schio si è aggirata intorno al 10/15%, dimostrando che le orecchie da mercante possono prendere dimensioni spropositate, quando nutrite da stupidi pregiudizi.

Con Matteo Flora, Giulia Pastorella e Costantino De Blasi, ospiti del Festival

Sia chiaro: durante questo weekend abbiamo dimostrato che non c’è bisogno di superpoteri, favoritismi o immense forze (o sforzi) per ottenere un ottimo risultato e che l’impatto di quello che abbiamo costruito negli ultimi anni dentro e fuori dal web parla da sé, ma sappiamo anche che si cresce insieme, guardando avanti e non verso il passato, e la prossima edizione del Cogito Festival sarebbe ancor più bella se pensata insieme a tante altre volenterose forze territoriali.

Mi sento anche di ringraziare coloro che hanno creduto nel progetto e ci hanno aiutati a renderlo possibile: l’assessore alla cultura Barbara Corzato, con cui ormai c’è un legame di amicizia e reciproca intesa; lo Schiocampus Cafè & Bistrot, che ha sfamato e dissetato per l’intera manifestazione tutti noi, salvandoci la vita; l’amministrazione di Schio, con alcuni esponenti che hanno partecipato ai nostri incontri; la Distilleria Poli, che ha omaggiato i nostri ospiti con un graditissimo prodotto territoriale; la libreria Ubik di Castelfranco, che da anni ormai dà un professionale aiuto “libresco” alle nostre iniziative.

Tutto questo reso entusiasti dell’esperienza persino coloro che hanno percorso 600 km per esserci (cosa non da poco), ha dato motivo ai nostri ospiti di parlare bene della manifestazione (altra cosa rilevante), a noi di andare orgogliosi di quanto compiuto (probabilmente, il traguardo più importante). Insomma, gli amici non sono mancati, ma la speranza è che i risultati raggiunti in questa prima edizione possano spingere altri a diventare nostri amici per collaborare e far conoscere le potenzialità culturali del nostro territorio, di cui i Cogito Studios mirano a diventare uno dei principali fulcri.

Intanto, io mi godo la bellezza di questo weekend e mi ricordo di essere felice.
Felice di poter creare cose belle in una città bella che ha così tanto da dire e da dare.
Schio, la città della DeZombificazione.

PS: le conferenze sono tutte disponibili per i nostri abbonati sul canale YouTube (abbonamenti a partire da 0,99€/mese), ma durante la pausa natalizia verranno pubblicate le singole conferenze disponibili a tutti.

4 Responses

  1. Purtroppo ho assistito solo ad un paio di conferenze . Hai ragione su tutto , uno spettacolo per tanti . Altri li ho seguiti nella piattaforma . Vedere la sala del Faber sempre piena dovrebbe ripagarvi del tanto lavoro .grazie e alla prossima

  2. Buongiorno a tutta la squadra Cogito Studios, volevo ringraziarvi non solo per aver organizzato questo festival ma anche altri incontri nel territorio di Schio, portando finalmente un po’ di aria fresca.
    Saremo anche una realtà principalmente e storicamente industriale, ma senza la cultura e la condivisione di informazioni e pensieri, non si va molto avanti 🙂
    Sarebbe anche il momento di rendere Schio conosciuta non solo per le aziende o le varie Madonne e Santi che l’hanno resa meta di pellegrinaggi..
    Buon lavoro!

    PS: Stramilioni di grazie per aver fatto arrivare fin qui la favolosa Romina Falconi. Gran bell’intervento quello suo e di Renato.
    PPS: Uno spettacolo di Romina e del Casto Divo smuoverebbe sicuramente gli animi; sempre che la comunicazione dell’evento li raggiunga!

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