fisolofia-cultura-pop-attualità-daily-cogito-contro-la-zombieficazione-show-podcast-rick-dufer-newsletter-13-03-2022

Siamo strani zombie

Siamo creature ben strane: per due anni lasciamo che la pandemia occupi la nostra mente e le nostre bocche, ma appena accade qualcosa di diverso e altrettanto angosciante, abbandoniamo la precedente passione negativa per la nuova. Non si sente più parlare di Covid, di lockdown, di vaccini: tutto ciò è finito in quarta o quinta pagina sui giornali, derubricata a chiacchiericcio nei bar, snobbata come argomento di scarso trend sui social. La guerra, al contrario, è sulla bocca di tutti, se ne parla e se ne chiacchiera, si fanno ragionamenti e sragionamenti, e non si finisce mai di produrre discorso intorno a questa nuova occupazione mentale che, dati alla mano, ci piace un sacco.
Quel che ho descritto sopra è esattamente il meccanismo della perdita di controllo del sé, rappresenta perfettamente quel che io chiamo “zombificazione”: lasciare che la mente venga trascinata laddove l’opinione pubblica, il chiacchiericcio dominante e le mode del momento vogliono, perdendo cognizione di quel che io voglio fare, di quel che desidero pensare, di ciò che determino nel mio orizzonte mentale.
Non importa se il Covid ancora c’è, se la realtà continua ad esistere al di fuori di quel chiacchiericcio: se non se ne parla più, allora non esiste, non ha alcun peso. E devo dire che ciò mi preoccupa molto.
Sarebbe proprio questo il momento in cui imporsi uno spazio di silenzio, per riflettere sulla complessità che mi colpisce, per fermarmi a pensare a fondo a come mi sento, a quali sono le mie reali paure, quale la mia risposta istintiva agli eventi – proprio ora dovrei ritagliarmi uno spazio per sottrarmi al vortice che desidera io partecipi al disastro del discorso pubblico. E invece no: non mi concedo un secondo di riflessione prima di dire la mia sull’argomento del momento, prima di rispondere aspramente a coloro che (senza riflettere, proprio come me) dicono cose diverse dalla mia. Non c’è tempo per pensare, devo stare al passo della chiacchiera!!!
Siamo strane creature che si ritagliano continuamente pezzettini d’inferno in cui abitare allegramente. L’occupazione straniera arriva ben prima dei carrarmati: arriva con queste passioni negative, con questo chiacchiericcio indiscernibile, con questo rumore mentale che mi impedisce di pensare. E la domanda che devo pormi è: cosa sto facendo per contrastare questa invasione psichica? O meglio: cosa sto facendo per aprirle le porte e così trasformarmi in uno zombie?

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